L’utopia è rimasta ma la gente è cambiata

Lei voleva la rivoluzione, l’aspettava e diceva di no
Alle mie riflessioni ed ai vari argomenti,
Ai distinguo ad ai tanti però
Lei credeva in un puro ideale,
Nel riscatto di tutte le masse
Al compromesso borghese e alla pace sociale
Opponeva la lotta di classe

Alza il pugno, alza il pugno
Mia dolce rivoluzionaria
Alza il pugno, alza il pugno
Non rinnego la mia vecchia strada
L’utopia è rimasta la gente è cambiata,
La risposta ora è più complicata!

Continuava a parlare d’azione
Di rivolta e di proletariato
Come se in questi trent’anni di storia
Il mondo non fosse cambiato
Lei sognava la ribellione contro l’impero del capitale
E scuoteva la testa quando le dicevo
Che servono nuove parole,
Che ora servono nuove parole!

Alza il pugno, alza il pugno
Mia dolce rivoluzionaria
Alza il pugno, alza il pugno
Non rinnego la mia vecchia strada
L’utopia è rimasta la gente è cambiata,
La risposta ora è più complicata!

Ho cercato di farle capire
Ma testarda non vuole ascoltare
“Pensare globale agire locale”
Non è uno slogan ma una sfida vitale
Oggi Contessa ha cambiato sistema,
Si muove fra i conti cifrati
Ha lobby potenti ed amici importanti
E la sua arma più forte è comprarti,
La sua arma più forte è comprarti!

Alza il pugno, alza il pugno
Mia dolce rivoluzionaria
Alza il pugno, alza il pugno
Non rinnego la mia vecchia strada
L’utopia è rimasta la gente è cambiata,
La risposta ora è più complicata!

In un complesso, frammentario ed inconscio ri-corso della vita in questo periodo è tornata alla ribalta nella mia mente questa canzone. Associata ad un periodo più giovanile (i.e. meno disilluso, più ottimista per il futuro, più fiducioso nelle persone) della mia vita era una di quelle canzoni più che altro da sbraitare facendo poca attenzione alle parole.

Rileggendo oggi questo testo mi pare più che mai attuale, in diversi suoi aspetti. Prescindendo (so che può non sembrare facile, ma lo è molto più dei paletti che abbiamo costruito per non farlo sembrare, eventualmente, tale) dai suoi aspetti più politici e dal generale orientamento “rivoluzionario” la canzone -ormai di 14 anni fa!- mi pare centrare almeno tre aspetti che per me sono ancora più attuali oggi di ieri… e tutto mi lascia pensare che domani lo saranno più di oggi:

– partire con grandi ideali è sempre l’approccio giusto, tanto poi ci pensa la pratica e/o la vita a ridimensionarci, ma voler cambiare in un sol colpo tutto lo status quo che ci circonda è solo testardaggine. Procediamo, machiavellicamente, per passi: grande l’ideale, piccole le battaglie quotidiane che come fette di salame ammassate nel frigo ci fanno trovare un bel salame (quasi) senza neanche accorgercene.
– la ribellione (ripeto, di qualunque ribellione si parli, per qualunque ideale, non per forza politico) non si può continuare a fare con vecchi slogan, vecchie parole (e, consentitemelo, anche vecchi principi). Il mondo è cambiato, noi con lui. Cambiarlo oggi NON è come cambiarlo ieri; e neanche provarci.
– siamo così immersi in un sistema “economico” che spesso non riusciamo più a cogliere gli aspetti che ci rendono succubi. Avere è ancora un mantra. Il possesso una divinità e si certo, poi lo spreco o l’ostentazione il suo Visir.

WU (sempre in cerca di una rivoluzionaria/o prima che di una rivoluzione)

PS. Ovviamente da ascoltare, ancora, a tutto volume

 

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