Appiccicoso come una Cozza

Sapete quando si dice “appiccicoso come una cozza”? Beh, ancora una volta la saggezza popolare non mente…

Le cozze hanno già di per se diverse interessantissime proprietà gastronomiche:
– fanno senso, ma sono (personalmente) ottime
– contengono proteine nobili ed antiossidanti
– hanno proprietà antinfiammatorie
– sono afrodisiache (non posso confermare…)

A queste proprietà la ricerca “Mussel adhesion is dictated by time-regulated secretion and molecular conformation of mussel adhesive proteins” aggiunge i superpoteri della sua bava. La ricerca del Cnr di Rende e dal Nanyang Technological University di Singapore (in in collaborazione con i ricercatori dell’Università della Calabria) mi ha colpito poiché ha le caratteristiche che preferisco: assolutamente assurda a prima vista, con ricadute commerciali potenzialmente illimitate e già il fatto di essersela fatta finanziare è un risultato assolutamente positivo.

L’appiccicosità della cozza, infatti, è dovuta ad una proteina (in realtà una sequenza di proteine prodotte in giusta sequenza) che rimuove le molecole d’acqua dalla superficie di contatto garantendo una adesione… da cozza. Dapprima una proteina asciuga le molecole d’acqua e successivamente si lega fortemente al substrato. A questo punto c’è un primo strato superficiale di proteine sul quale viene costruito un ulteriore tessuto proteico con specifici compiti per ogni proteina: protezione dall’ambiente esterno, resistenza alle sollecitazioni meccaniche, ecc. Per i più curiosi rimando al paper e metto sotto l’estratto che più mi ha colpito (per quel poco che ho capito):

This study further unveils critical time-dependant and molecular-scale mechanisms of mussel adhesive proteins, using the Asian green mussel as a model system. On triggering the process of byssus formation, Pvfp-5 is consistently the first protein to be secreted, followed by Pvfp-3, and ultimately Pvfp-6. These findings are distinct from those observed for Mytilus16, in which Dopa-rich mfp-3 is initially detected from the mussel foot, followed by mfp-6. A plausible explanation for the non-detection of the other plaque protein mfp-5 is perhaps related to the high laser power needed to desorb it from the plaque footprint by MALDI-ToF MS.

cozzeappiccicose.png

Inutile dire che anche le moderne colle hanno qualche problemino in presenza di superfici bagnate, ancor più se completamente immerse in acqua, per cui “esportare” la bava della cozza a processi industriali potrebbe risolvere molti problemi tecnologici aprendo la strada ad adesivi sintetici biomimetici, biocompatibili e biodegradabili (un esempio per tutti: incollare ossa danneggiate!). Colle subacquee a base di Perna viridis (cozza verde asiatica star della ricerca, oltre che del Arikkadukka)!

Un caso eclatante in cui c’è molto da imparare dalla natura; d’altronde è un laboratorio che lavora ininterrottamente da millenni (e non chiede alcun finanziamento…).

WU

PS. Non posso fare a meno di notare le 70 referenze della pubblicazione!

Lascia un commento