Luoghi e Nonluoghi

Sono stato in vacanza (ed un bel chissene starebbe benissimo).

Non è mia intenzione tediarvi con il dove, ma dirvi proprio che sono stato da qualche parte. Mi spiego (ci provo). Sono stato qui e li, ho visto piazze, strade, viuzze, posti non particolarmente nuovi (per me), ma pure sempre diversi dal tram tram di tutti i giorni.

Ma la cosa che mi è rimasta più dentro di queste vacanze è proprio che sono stato in Luoghi e che ho accuratamente (neanche avessi voluto farlo apposta) evitato ogni possibile nonluogo.

E’ una fortuna, lo so, ma in fondo sono vacanze e ne è il mio ricordo più bello.

Durante queste vacanze non sono mai entrato in un supermercato, centro commerciale, aeroporto, stazione, etc. Non sono mai entrato in un negozio che fosse un franciasing, non ho mai mangiato in un ristorante che fosse una catena.

Ho praticamente vissuto al di fuori di quegli spazi “anantropici” (vi piace questa definizione?) privi di qualunque identità che però frequento nel resto dell’anno (e che in fondo, in alcuni, momenti, offrono anche una certa sicurezza: pensate di essere in un paese sconosciuto e di esservi immersi nella cultura locale; una capatina al McDonald prima di tornare a casa vi da comunque una certa tranquillità…).

Viviamo (e non lo dico certamente io) in una “submodernità” che confina i centri dei paesini, le botteghe, le piazze, ed in generale tutti i luoghi con un pesante retaggio storico a piccole curiosità da visitare ma non da vivere. Preferiamo posti “generici”, posti uguali in qualunque paese del mondo, posti con i quali non ci leghiamo più di tanto (anzi, non ci leghiamo affatto).

Non che aborra questi nonluoghi, sia chiaro, ma le vacanze fuori da essi (completamente fuori!) sono state effettivamente più belle per il fatto di aver vissuto i luoghi più che dei luoghi che ho vissuto.

Mi sono fermato ai caselli autostradali ed ai distributori di benzina, dolenti (ma più che tollerabili) eccezioni.

WU

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